Text by Angela Maiello
Text on catalogue, Mind Games, 25/01/2011 - 08/02/2013, Solo exhibition (with Ray Smith) at Galleria Formentini, Milan
Mind Games è una mostra a due voci che mette a confronto due universi artistici diversi, per generazione e formazione, quelli di Alberto Finelli e Ray Smith. Cosa c’è di più irriducibile, di più estraneo e resistente, del pensiero dell’altro che si traduce nel fare artistico? Mind Games come recita il testo della canzone da cui è tratto il titolo, è una guerriglia mentale, una battaglia di pensieri ed intuizioni che si incrociano e si incontrano, talvolta si riconoscono, altre si ignorano, altre ancora si scambiano di ruolo. I due artisti non si limitano a presentare nella medesima cornice le proprie opere, ma danno vita ad un vero e proprio lavoro a quattro mani finemente intrecciato, proprio come il reticolo di un campo di battaglia.
Lo spazio della Galleria Formentini, per cui la mostra è stata appositamente pensata, é così essenzialmente delimitato su due lati: da una parte una serie di sei disegni ed acquerelli eseguiti sullo schema dei Cadavre Exquis; dall’altra, di fronte, la rielaborazione di questi disegni su materiali diversi e su scala più grande. Il terreno di azione - che va ben oltre la dimensione del quadro - è diviso in quattro parti: ciascuno dei due artisti se ne appropria di due, prestandosi poi ad interpretare liberamente, nella rielaborazione più grande, quelli svolti dall’altro nei disegni. Da un lato allora c’è il bianco e il nero, dall’altro la vivacità del colore; in mezzo il visitatore.
Ed è proprio ciò che sta in mezzo, ciò che non si lascia assorbire del tutto, ciò che resiste alla forma stessa dell’opera, ad essere il punto d’incontro dell’interesse e della ricerca dei due artisti. Nella riproduzione più grande dei Cadavre Exquis, Finelli e Smith associano ad ogni riquadro un materiale differente: il legno, l’alluminio, la tela, la carta, lo zinco, la seta. Il colore viene fuori ogni volta in maniera diversa, esponendo l’essenza stessa della materia, in quanto ciò che permane e che oppone resistenza. Quello della materialità che nell’esposizione di se stessa, in quanto tale, partecipa alla composizione dell’opera è un tema chiave della produzione di Alberto Finelli: sia nelle sue parti dei Cadavre Exquis che nelle sue opere singole (ad esempio L’aur’amar, Intarsio, cm 50x70) la ricerca creativa muove dall’incontro fortunato di materia ed idea. Eppure non è solo la tangibilità materiale a rappresentare questo elemento di resistenza. Nelle parti dei Cadavre Exquis reinterpretate da Ray Smith sulla base dei disegni di Finelli, l’artista americano riproduce le immagini scelte come se poste di fronte ad uno specchio. In questo caso, dunque, è la possibilità di un altro sguardo, presentato dall’immagine capovolta, ad indicare un’alterità irriducibile, ad introdurre un elemento di estraneità che vive però all’interno stesso dell’unità dell’opera.
Mind Games, allora, nel sua essenza di reticolo di gioco per una guerriglia mentale, nel continuo tentativo di oltrepassare la resistenza, pur conservandola e mostrandola in quanto tale, si fa testimone di ciò che Lennon cantava nella sua canzone - We're playing those mind games together, pushing the barriers, planting seeds: la sola guerra capace di piantare dei semi, di generare e innestare la vita, è quella delle menti a confronto, è quella dell’arte, intesa come luogo di creazione, sperimentazione, imprevedibilità. A questa idea di una guerra vitale è forse riconducibile la scelta del tema per i Cadavre Exquis: l’immagine della statua di Bonaparte come Marte Pacificatore del Canova, la cui copia si trova al centro del cortile dell’Accademia delle Belle Arti di Brera. La valenza simbolica - ed evidentemente anche politica, cioè che riguarda la polis - di tale scelta riesce ad emergere in un controluce eclatante. L’arte, simboleggiata dall’immagine della statua, si presenta come il luogo per eccellenza di un’ossimorica guerra di pace, come il combattuto preludio della rinascita, come una conquista senza vinti, come una vittoria che non mette a tacere, ma che ridona la parola. Questa è l’unica guerra lecita e necessita ancora di essere combattuta.
Mind Games is an a due voci exhibition that aims to compare two different artistic universes, both for age and education, those of Alberto Finelli and Ray Smith. What is more irreducible, more alien and resistant than the other’s thinking,rendered manifest at the in the artistic level?
Mind Games, as recites the song from which the title of the exhibition comes, is a mind guerrilla, a combat of thoughts and intuitions, that cross and meet: sometimes recognizing each other,sometimes they ignore each other, other times they exchange roles. The two artists do not just present their own works in the same framework, but they give birth to a real quattro mani work, thinly intertwined, just like a battle field’s reticulum.
The space of Galleria Formentini, in relation to which the exhibition has been clearly conceived, is thus essentially delimited on two sides: on one side there is a series of drawings and watercolor paintings executed following the scheme of Cadavre Exquis; on the opposite side is found the re-elaboration of these same works with different materials and on a larger scale. The field of artistic activity - that goes beyond the dimension of the painting - is divided in four parts: each artist takes charge of two parts, in which he proceed to freelyinterpret in a bigger re-elaboration those executed by the other in the drawings;in the middle there is the visitor.
And it is what just is in the middle, that which does not permit to be completely absorbed and resist to the very form of the work, that represents the meeting point for the interests and the research of both artists. In the larger reelaboration of Cadavre Exquis, Finelli and Smith associate a different material to each square: wood, aluminum, canvas, paper, zink, silk. The color arises in each square in a different way, showing what could be considered the essence of the material as something that lingers on, ready to make a stand on its own ground. The material participates to the composition of the work by showing itself as such: this is a pivotal aspect of Alberto Finelli’s works, both in his partsof the Cadavres Exquis and in his own oeuvres (L’aur’amara, Intarsio), where the creative process moves from the promising encounter of idea and substance. However, it is not just the material tangibility that represents this element of resistance. In those parts interpreted by Ray Smith on the basis of Finelli’s drawings, the American artist reproduces images as if they were put in front of a mirror. In this case it is the possibility of another gaze, represented by the image overturned, that indicates an irreducible alterity introducing an element of strangeness that lives however within the composition and the unity of work itself.
Mind Games, then, in its essence of a game’s reticulum for a mind guerrilla, in its attempt to go beyond the resistance, which nevertheless acknowledged and evidenced as such, testifies what John Lennon used to sing - We're playing those mind games together, pushing the barriers, planting seeds: the only war capable of planting seeds and generating life is the war of minds, understood as a place of creation, experimentation and unpredictability.To this idea of a vital war it is maybe linked the theme chosen for the Cadavres Exquis: Canova’s image of Napoleon as Mars the Peacemaker, whose bronze copy is permanently placed in the courtyard of Accademia Delle Belle Arti di Brera. The symbolic significance of this choice - and clearly having political overtones, that is to say that concerns the polis - emerges in a striking way. Art, symbolized by the statue, arises as the critical place for an oxymoronic war of peace, as the combatted prelude of renewal, as a conquest without defeated, as a victory that does not reduce the vanquished to silence, but offers the gift of the word. This is the only legitimate war and it still needs to be fought.